La sala del nostro piccolo ristorante è stata ricavata nella ex-stalla della vecchia casa colonica. All’epoca della sua costruzione, pressappoco 110 anni fa, nelle fornaci vigeva una sorta di regola: l’ultima persona che si trovava a fabbricare l’ultimo mattone della commessa, doveva apporre il proprio nome sul pezzo ancora da cuocere. La intravedete questa firma? “Sabatini Agnese”, una ragazzina di 13 anni che prestava la sua opera alla fornace di Borgoforte nella golena del Po qui vicino a noi, e che con un bastoncino di legno ha lasciato l'impronta del suo passaggio per sempre. Questo tavellone, che tanto tempo fa vegliava i sederoni scodinzolanti delle mucche, ora sovrintende con silenziosa fierezza il transito profumato dei nostri piatti dalla cucina ai tavoli per la delizia dei nostri ospiti.
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